Cantiere Circolare: quando il riuso creativo diventa un modo di fare scuola
A novembre abbiamo accompagnato 18 insegnanti della scuola dell’infanzia della Città di Torino e provincia, in un piccolo grande viaggio dentro il riuso creativo. Un percorso nato al Centro Remida Torino, all’interno di Crescere in città (Comune di Torino – ITER), con un obiettivo molto semplice: capire come la sostenibilità possa entrare nella quotidianità scolastica senza diventare un “compito in più”, ma un modo diverso di guardare ciò che ci circonda.

Dai materiali agli sguardi: cosa è successo nei tre incontri
Il Cantiere Circolare si è sviluppato in tre incontri da tre ore, alternando riflessioni, laboratori e momenti di scambio.
Nel primo appuntamento abbiamo lavorato sui gesti quotidiani: dove nasce lo spreco? Cosa facciamo già bene? Da questo confronto è nata la Mappa delle Pratiche Sostenibili, un primo strumento condiviso per rendere visibili abitudini, soluzioni e intuizioni che nelle scuole esistono già.
Nel secondo incontro abbiamo esplorato il ciclo di vita degli oggetti e progettato quattro pratiche replicabili:
1. L’angolo dei materiali di recupero
Una piccola area sempre accessibile ai bambini, in cui raccogliere materiali non convenzionali: cartoni, tappi, stoffe, tubi, pezzi di plastica, scarti puliti provenienti dal Centro Remida o dalle famiglie. Non un “magazzino di lavoretti”, ma uno spazio vivo in cui il bambino può scegliere, combinare, costruire, immaginare. Un invito alla libertà creativa e alla responsabilità.
2. Lo scambio che fa bene
Una pratica che coinvolge bambini e famiglie con un gesto semplice: portare a scuola oggetti che non servono più ma che possono essere utili ad altri. Libri, giochi, materiali, piccole cose che trovano una seconda vita.
Lo scambio diventa occasione per parlare di valore, di scelta, di abbondanza e limite. E permette di costruire una comunità più attenta e generosa.
3. Riparare è prendersi cura
Un tavolo, qualche strumento semplice, materiali da ricomporre: carta strappata, giochi rotti, piccoli pezzi da rimettere insieme. L’obiettivo non è “riparare perfettamente”, ma educare alla cura, alla lentezza, alla possibilità di provare e riprovare. Il difetto diventa occasione per coltivare attenzione, pazienza e senso di responsabilità.
4. Misurare lo spreco
Una routine da fare in classe o in mensa: osservare quanto sprechiamo e trasformarlo in un gioco di consapevolezza. Quanto cibo avanza? Quanta carta usiamo ogni giorno? Quanta acqua scorre dai rubinetti?
Non per colpevolizzare, ma per trasformare i numeri in domande, e le domande in nuove soluzioni condivise.
Quattro idee semplici, ma potentissime, che trasformano lo scarto in risorsa, alimentano autonomia e creatività e avvicinano bambini e famiglie a una cultura della cura.



Il terzo incontro è stato invece una vera immersione nel mondo di Remida. Le insegnanti hanno esplorato il magazzino dei materiali, ascoltato la filosofia del centro e riconnesso tutto ciò che avevamo sperimentato nelle settimane precedenti. Abbiamo chiuso con un cerchio di confronto, una sessione di feedback collettiva e la promessa di incontrarci ancora e dare seguito al questo gruppo di lavoro.
Perché Cantiere Circolare è stato speciale
Dai feedback raccolti è emerso un tratto molto chiaro: le insegnanti vogliono più pratica. Più materiali da toccare, più tempo per sperimentare, più occasioni per progettare insieme. E, soprattutto, desiderano uno spazio permanente dove continuare a scambiarsi idee, dubbi ed esperienze. Cantiere Circolare è stato speciale, per noi e per tutte perché ci ha ricordato che la sostenibilità non è fatta di grandi rivoluzioni, ma di piccoli gesti, costanza e coerenza mantenuta nel tempo.
Anche un pezzo di carta strappato può insegnare qualcosa. La creatività nasce dall’errore, dalla cura, dal guardare un oggetto “difettoso” come una possibilità. E, soprattutto, che quando le insegnanti si mettono in cerchio e iniziano a raccontarsi, nascono idee che nessuno avrebbe mai sviluppato da solo.
È stato bello vedere il gruppo crescere incontro dopo incontro, confrontarsi senza giudizio e progettare insieme nuove pratiche creative e circolari. E mentre scattavamo l’ultima foto è diventato chiaro che questo sarebbe stato solo l’inizio.
Vi aspettiamo numerosə al prossimo Cantiere!

A cura di
Elena Lucchiari