Gli eventi GGG del 19-20 Settembre: due serate per coltivare il futuro

Le serate del 19 e 20 settembre hanno rappresentato due momenti fondamentali per la storia recente di Green Growth Generation e anche, ci auspichiamo, per riflettere sul futuro stesso della città di Torino. Organizzati da GGG all’interno del bando “Sfide Ambientali” – finanziato da ACRA e Otto per Mille Soka Gakkai – questi eventi hanno riunito esperti, attivisti e cittadini per esplorare la necessità di un approccio nuovo alla coabitazione tra uomo e natura nelle città moderne. 

Due appuntamenti diversi ma complementari, che hanno mostrato come la sostenibilità ambientale e la partecipazione attiva possano essere al centro di una nuova visione urbana.

19 Settembre: "Verde Urbano: coltivare inclusione e biodiversità"

Il primo incontro si è svolto negli spazi dello St’Orto Urbano e di San Pietro in Vincoli: un evento da tutto esaurito, grazie soprattutto alla presenza di illustri ospiti che hanno animato la serata. Tra i protagonisti, il giornalista e autore Fabio Balocco, il cui libro “Verde Clandestino” ha ispirato la creazione dell’incontro. Balocco ha messo in luce l’urgenza di ripensare il nostro rapporto con la natura: “Le città non devono essere solo spazi per gli esseri umani, ma luoghi dove la natura possa non solo sopravvivere, ma prosperare, integrandosi con le nostre attività quotidiane”.

Questo messaggio ha trovato un’eco potente negli interventi di BeeLab e L’Autostrada delle Api. Supportati dalle ricerche del laboratorio dell’Università di Torino, Manuel Roppo Valente e Giulia Russo hanno ribadito l’essenzialità degli insetti impollinatori per l’equilibrio degli ecosistemi, in un momento storico in cui i loro habitat sono sempre più minacciati dall’espansione urbana e dall’uso intensivo di pesticidi.

“Senza gli impollinatori, l’intero ciclo della vita verrebbe compromesso” ha sottolineato Valente, “è fondamentale agire ora per preservare la biodiversità.” Perchè ogni azione conta, e anche nei contesti urbani possiamo fare la differenza per salvaguardare queste specie.

 

A dare una dimensione ‘territoriale’ all’incontro sono stati i comitati Salviamo gli alberi di Corso Belgio e Salviamo la Pellerina. “Molteplici sono le criticità legate ai piani urbanistici del Comune di Torino”, hanno affermato i rispettivi portavoce Roberto Accornero e Roberta Contratto, lanciando poi un appello accorato per la tutela dei grandi polmoni verdi della città: “questi ambienti non sono cruciali solo per la conservazione della biodiversità, ma anche per il nostro benessere e la nostra salute”.

Il contributo emozionale della serata è arrivato da Giacomo Castana, artista e ricercatore, che ha condiviso con il pubblico il suo viaggio attraverso il progetto “Botanica per tutti” e il più recente “La musica delle piante”. Attraverso il suo racconto, Castana ha invitato a riscoprire la connessione profonda tra uomo e piante, per accorgerci come il mondo vegetale sia parte integrante della nostra esistenza.

A seguire l’intervento di Andrea Panero, direttore artistico di San Pietro in Vincoli: “come per la tutela del verde, anche la rigenerazione culturale non può prescindere dalla partecipazione attiva della comunità”,  ha commentato parlando delle trasformazioni in atto nel quartiere di Aurora. 

A seguire l’intervento di Andrea Panero, direttore artistico di San Pietro in Vincoli: “come per la tutela del verde, anche la rigenerazione culturale non può prescindere dalla partecipazione attiva della comunità”,  ha commentato parlando delle trasformazioni in atto nel quartiere di Aurora. 

20 Settembre: "Visioni Urbane e Torino: storie di rigenerazione e sostenibilità"

Il giorno seguente, al Cecchi Point – Casa del Quartiere di Aurora, il focus si è spostato sulla rigenerazione urbana e la sostenibilità ambientale attraverso il linguaggio del cinema. La serata è stata impreziosita dalla proiezione di tre cortometraggi selezionati che hanno raccontato storie di trasformazione e resilienza.

Abbiamo potuto ascoltare le voci della Ruta Summer Film School, un laboratorio creativo nato a Torino nel 2021 che promuove la produzione cinematografica sostenibile. Una scuola di cinema unica, il cui obiettivo è spingere giovani creativi a realizzare opere di vera sensibilizzazione ambientale e sociale.

Come “Mario”, quindici minuti che raccontano la storia di un uomo in grado di trasformare un angolo di materiali dismessi e piante abbandonate in un piccolo giardino di serenità. “Un messaggio sulla forza trasformativa e curativa della natura”, come ci ha raccontato Caterina Nonis, co-autrice del corto.

“Verdeacciaio”, di Camilla Morino ed Eugenio Goria, ha portato il pubblico in un parco post-industriale di Torino, dove il cemento e l’acciaio si intrecciano con gli alberi e la natura. Le immagini e le voci delle persone che vivono questo spazio, tra una partita a basket e un ballo di tango, mostrano la bellezza di un luogo capace di unire passato e futuro, offrendo una visione ottimistica di armonia tra natura e città.

Infine, “Ascoltando la corrente”, parte del progetto Ciak! Sì, parteciPO!, ci ha fatto (ri)scoprire un luogo speciale e troppo spesso ignorato: il fiume Po

“Il cortometraggio vuole evidenziare quanto i cambiamenti climatici stiano rendendo sempre più incerto il rapporto tra il fiume e la città” hanno spiegato i membri della produzione, ricordando al pubblico che la tutela degli ecosistemi fluviali è cruciale anche per contrastare allagamenti e alluvioni, fenomeni sempre più all’ordine del giorno. 

Un futuro verde e condiviso

Le due serate hanno offerto spunti di riflessione preziosi e complementari: da un lato, la necessità di proteggere e rigenerare gli spazi verdi urbani attraverso una partecipazione comunitaria attiva. Dall’altro, l’importanza di coltivare nuove narrazioni culturali che mettono al centro il rapporto tra natura e città.

Abbiamo chiesto al filmmaker Luciano Papangelo di tradurre queste due prospettive in un racconto visivo. Ne sono nati due cortometraggi: il primo offre uno sguardo intimo e autentico sulla vita all’interno dello St’Orto, mettendo in luce le persone che lo animano. Le loro testimonianze ci invitano a riflettere sul valore degli spazi urbani condivisi, e su come questi possano diventare catalizzatori di trasformazioni sociali e ambientali. (Guarda il video completo).

Il secondo corto, “Uno spazio sospeso”, è una riflessione più artistica e poetica sul legame tra l’essere umano e l’ambiente che lo circonda: “lo St’Orto Urbano è il risultato del desiderio della natura di reclamare il proprio spazio in una città soffocata da asfalto e cemento, ma è anche il frutto dell’impegno e della passione di una comunità. Qui, le relazioni umane si intrecciano come rami d’albero, crescono, si rafforzano”

Le immagini e la narrazione ci conducono in un viaggio interiore, in cui la natura, in bilico e minacciata, emerge come elemento vitale, capace di rigenerare non solo gli spazi fisici, ma anche la nostra coscienza collettiva. (Guarda il video completo).

Come raccontano i cortometraggi proiettati al Cecchi Point e le parole degli ospiti allo St’Orto Urbano, l’inclusione, la biodiversità e la rigenerazione urbana sono sfide da affrontare con creatività e responsabilità, in un’ottica di sostenibilità a lungo termine.

Un ringraziamento speciale va alla Cooperativa Sociale Raggio e a Piola Al Cecchi per i rinfreschi preparati. Due realtà uniche del panorama torinese, che promuovono l’inserimento lavorativo di persone con fragilità e/o svantaggiate. Grazie ad ACRA e Otto per Mille Soka Gakkai per aver finanziato quest’ incontro, parte del bando “Sfide Ambientali”.

Un grazie sentito infine ai GreenGrowers Gabriella, Alessandro, Luca, Valentina, Adele, Barbara, Elisabetta e Davide per il prezioso e impareggiabile lavoro degli ultimi mesi.

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A cura di 
Alessandro Bertozzi

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