"Racconti di resilienza: Libano e Palestina tra storia, arte e solidarietà"
Lo scorso 14 Dicembre si è tenuto a Torino l’evento di raccolta fondi organizzato da Green Growth Generation, “Racconti di Resilienza: Libano e Palestina tra Storia, Arte e Solidarietà”. La serata ha visto una partecipazione calorosa e numerosa, caratterizzata da momenti di intensa condivisione di storie, emozioni e gesti di solidarietà. Un’occasione preziosa per porre l’attenzione sul Libano e la Palestina, terre oggi segnate da una profonda crisi umanitaria, la cui evoluzione appare ogni giorno più incerta.
Due territori geograficamente distanti, ma vicini nel cuore e nella missione di Green Growth Generation, fondata a Beirut nel 2021 da Gabriella Esposito, con l’obiettivo di creare una rete di progetti locali in grado di sostenere e rafforzare le comunità del luogo.
L’evento ha voluto offrire ai partecipanti una narrazione su due livelli: da un lato, l’approfondimento su storia, politica e attualità recente, sviluppato attraverso i due documentari proiettati e la tavola rotonda con esperti a confronto. Dall’altro, un’immersione nella ricchezza culturale del mondo libanese e palestinese, grazie al cibo, alle mostre fotografiche e ai laboratori di calligrafia araba.
Tavola rotonda e documentari
La serata si è aperta con la proiezione di Tripoli Fresco, dell’artista francese Vincent Genet e di Sarah Kabbout. Questo documentario offre uno sguardo intimo e profondo sulla città libanese di Tripoli, catturandone l’anima attraverso il ritmo della vita quotidiana, dai vicoli della città antica agli spazi modernisti della Fiera Internazionale.
A seguire, Reflection d’un Hom(m)e di Chloé Khoury, tra le voci emergenti del cinema libanese. L’opera, fortemente introspettiva, esplora il concetto di “casa” e il rapporto con le proprie radici, accompagnando il pubblico in un viaggio simbolico tra Libano e Francia, luoghi che la regista ha abitato, “ma mai vissuto appieno”.
La seconda parte della serata è stata dedicata all’analisi delle complesse dinamiche politiche e sociali di un’area di Medio Oriente tanto fragile, quanto cruciale per la comprensione degli equilibri globali. L’intervento di Rossana Tufaro, ricercatrice specializzata in Storia Contemporanea del Medio Oriente, ha offerto uno sguardo approfondito sulla storia recente del Libano, dalla diaspora palestinese nel paese successiva alla nascita dello Stato di Israele nel 1948, agli anni della guerra civile libanese (1975-1990), e dei massacri di Sabra e Shatila (1982), culminata con gli Accordi di Ta’if (1989), quando il sistema confessionale libanese fu riformato, ma non abolito.
Su questo punto si è soffermata anche la professoressa Rosita Di Peri, autrice de Il Libano Contemporaneo. Basato sulla suddivisione della società in comunità religiose, questo meccanismo, istituito per garantire la convivenza tra i vari gruppi confessionali, si è progressivamente trasformato in un sistema di controllo settario. Oggi, la riforma del sistema confessionale è uno dei temi centrali del dibattito politico libanese. La strada verso il cambiamento appare in salita, aggravata dalla crisi economica e sociale che ha travolto il Paese negli ultimi anni.
Vivere la guerra a Beirut significa fare i conti con la costante incertezza e insicurezza. Non si tratta solo dei bombardamenti, ma anche di interruzioni sempre più frequenti di corrente, scarsità di cibo e di carburante. A raccontare questa realtà è stato Pasquale Porciello, giornalista e analista esperto di politica interna libanese. Con la sua testimonianza dal campo, Pasquale ha offerto uno spaccato diretto e vivido della situazione sul territorio.
A chiudere questa seconda parte, l’intervento del fondatore e presidente di Amel Italia, Roberto Renino. Roberto ci ha presentato l’universo Amel, Associazione non governativa nata in Libano nel 1979, dall’incontro di un gruppo di medici, giornalisti e attivisti, per rispondere alle atrocità della guerra civile che stava dilaniando il paese. Roberto ci ha spiegato quale sarà l’impatto concreto dei fondi raccolti, dall’acquisto di cibo ai medicinali e beni di prima necessità.
Un viaggio tra cucina, arte e cultura
A chiudere la serata, Sara Yousfani ha guidato i partecipanti in un suggestivo laboratorio di calligrafia araba, per tracciare insieme parole di unione e di speranza: “Tu infatti sei come me, e non c’è differenza tra noi.” (estratto da “La mia anima”, di Khalil Gibran) Un invito simbolico a superare le barriere e a riscoprire l’umanità che ci accomuna.
A rendere l’esperienza ancora più intensa, la presenza delle due mostre fotografiche: Pop Palestine e Stories Matter, che hanno riempito di colore l’intera sala: racconti diversi ma profondamente connessi, storie di cucina e di botteghe, storie di luoghi e di persone, in un fragile equilibrio tra tradizione e modernità. Spaccati di vita quotidiana tra le strade della Palestina e del Libano, rispettivamente.
Un sentito ringraziamento a Beeozanam per averci accolto nei loro spazi e al Beirut Café e Bistrot per il delizioso catering che ci ha fatto assaggiare i sapori mediorientali.
Un grazie speciale va a tutto il Team – Gabriella, Davide, Adele, Valentina, Alessandro, Elisabetta, Enrico e Sara – il cuore pulsante di questa iniziativa, senza i quali nulla di tutto questo sarebbe stato possibile.
Ma il nostro percorso non si ferma qui. La raccolta fondi su GoFundMe resta aperta per chiunque desideri offrire il proprio supporto (LINK PER DONARE). Ogni contributo, grande o piccolo, rappresenta un gesto di solidarietà concreta verso le comunità del Libano e della Palestina. Vi terremo aggiornati sulle progettualità sul campo, a partire dai prossimi mesi – restate sintonizzati!
Insieme, possiamo continuare a costruire ponti di speranza e cambiamento.
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A cura di
Alessandro Bertozzi