Dal 13 al 15 giugno 2024 l’Italia ospiterà il vertice del G7. L’evento, che si terrà in Puglia, riunisce ogni anno i capi di stato di sette tra le Nazioni economicamente e politicamente più avanzate del pianeta: Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Giappone, Canada, e Stati Uniti d’America.

La nascita

Era il 1975 quando a Rambouillet, in Francia, si tenne il primo meeting: l’obiettivo era quello di creare una piattaforma di cooperazione intergovernativa che potesse fronteggiare la crescente instabilità economica di quegli anni.

Rambouillet, la sede del primo meeting

Tra il 1971 e il 1975 infatti, tanto la crisi del sistema di regole economiche internazionali stipulate nel 1944 a Bretton Woods, quanto il brusco aumento del prezzo del petrolio e dei suoi derivati, concertato dalle nazioni OPEC in aperto contrasto alla Nato e agli Stati Uniti, storici alleati di Israele (in quel momento in conflitto con Egitto e Siria), portarono l’Occidente a sprofondare in una grave recessione.

Nel 1976, con l’ammissione del Canada, il G7 assunse la sua attuale configurazione, allargando poi con il passare del tempo raggio d’azione e obiettivi: non più solo tematiche finanziarie, quanto piuttosto la creazione di un’agenda condivisa sulle principali questioni globali. Un’evoluzione che negli ultimi anni ha dato anche il via alle prime riunioni a livello ministeriale.

Come funziona il G7

Ogni anno la leadership del Forum viene trasferita a rotazione a uno dei suoi Stati membri, che accetta l’incarico non solo di ospitare l’evento, ma anche di definire l’agenda completa dei lavori, stabilendo le priorità e gli obiettivi principali. A differenza delle altre Organizzazioni internazionali, il G7 non opera dunque attraverso una struttura organizzativa permanente, e non poggia su alcun Trattato fondativo.

Nonostante queste ‘lacune’, la manifestazione continua a esercitare un’influenza significativa sullo scacchiere internazionale, riunendo paesi che rappresentano oltre il 62% della ricchezza netta mondiale. Il Vertice si conclude con l’adozione di un comunicato, a garanzia degli impegni politici assunti durante i negoziati.

L'ultimo G7 si è svolto in Giappone

In passato oggetto di critiche per la sua limitata rappresentatività globale, il G7 compì un passo significativo nel 1999 nell’ampliare la sua tavola rotonda, dando così origine al G20. Da allora, questo evento parallelo riunisce annualmente i leader di 19 dei Paesi più industrializzati del mondo, insieme a delegati dell’Unione Europea e dell’Unione Africana.

2024: la Presidenza è italiana

Quest’anno, per la settima volta nella sua storia, la Presidenza del G7 spetta all’Italia. I venti incontri ministeriali si terranno tra marzo e novembre in diverse città italiane (Milano, Torino, Cagliari tra le altre). Tra il 13 e il 15 giugno sarà invece la volta dei capi di stato e di governo, che si incontreranno a Borgo Egnazia in Puglia.

Fra le priorità concordate la difesa dell’equilibrio internazionale basato sullo stato di diritto: tanto l’invasione russa all’Ucraina quanto la tragica situazione a Gaza saranno temi al centro dell’attenzione.

Ampio spazio, ci si auspica, anche al confronto sulle principali sfide dei nostri tempi, come l’emergenza climatica e le disuguaglianze sociali. In quest’ottica, importanza sempre maggiore dovrà essere data alla costruzione di rapporti paritari con i Paesi in via di sviluppo (in particolare l’Africa e la regione dell’Indo-Pacifico), lontano dalle predatorie logiche del passato.

La sede del G7 2024, a Borgo Egnazia

A tenere banco oggi è il tema dell’Intelligenza Artificiale, per la quale – seguendo le avvertenze dell’agenda italiana – si renderà necessario istituire dei meccanismi di governance che ne possano regolare dettagliatamente il controllo e gli ambiti di applicazione.

Quali le aspettative, in conclusione? La speranza è che tali incontri possano tradursi una volta per tutte in azioni concrete. Anche se una certa dose di scetticismo rimane, legata in primis alle complesse tematiche sul piatto e le divergenze spesso acute tra i vari membri.

Ai posteri l’ardua sentenza.

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